,

Teresa d’Avila e Michel de Certeau: una conferenza

Ci arriva la lieta notizia di una conferenza in data di oggi sabato 28 ottobre dal titolo “L’istituzione del dire nel Castello interiore di Teresa d’Avila secondo de Certeau” presso il Monastero Monte Carmelo in Vetralla (VT) del prof. Fausto Gianfreda sj.

,

Michel de Certeau, filosofo della modernità

Esce in libreria per Orthotes Editrice il nuovo libro su Michel de Certeau di Diana Napoli, già nota studiosa italiana del nostro autore, Michel de Certeau, filosofo della modernità. Ricordiamo volentieri la passata collaborazione di Napoli con il nostro sito e le sue importanti pubblicazioni sul tema: la cura due numeri per la rivista Humanitas, Michel de Certeau. Il corpo della storia (in coll. con Di Cori) e Michel de Certeau e Jean-Joseph Surin, nonché il suo lavoro dottorale Michel de Certeau. Lo storico smarrito tutti per Morcelliana; e ancora la cura di un numero per Aut-Aut, Michel de Certeau. Un teatro della soggettività.

Grazie a Diana Napoli del suo prezioso lavoro!

La presentazione del libro sul sito di Orthotes Editrice.

,

Convegno Dancing with the Absence/2

Dopo un venerdì preso da varie attività riesco a partecipare in presenza alla sessione conclusiva del sabato mattina, con gli interventi dei teologi Pierre Gisel sulla cristologia implicita in Certeau e quello di Graham Ward sull’apologetica in rapporto all’attività di scrittore del nostro autore. Seguono gli interventi di Morra e Bruckner, organizzatrici e animatrici del Convegno. Si dà particolare enfasi al testo de La faiblesse de croire (Gisel e Bruckner ma anche Ward che cita Extase blanche e Morra con La frattura instauratrice) e più in particolare alla grande meditazione Dal corpo alla scrittura, un transito cristiano. Mi porto nel cuore la figura teologica, tutta certiana, di un Gesù immerso nella folla, uomo della strada, passante di cui è possibile un incontro. E una riflessione (nonché una prospettiva) rigorosa e aperta sull’amabilità di un corpo (quello istituzionale in genere e quello ecclesiale in specie) che può essere “amabile”. E un intreccio possibile ma non scontato tra quelle due dimensioni, una personale, l’altra sociale. Ripenso spesso al giudizio che papa Francesco diede qualche anno fa di Certeau, come “il più grande teologo del secolo scorso”. Ancora oggi, io che sono un “fan” di Certeau, non sarei stato mai così audace. Più che pensare alla sua grandezza di teologo – che pure c’è – penso a questo bel merito che ha come autore e pensatore, di aver invitato la teologia a una danza plurale, carica di speranza.

,

Convegno Dancing with the Absence. Diario breve

Oggi è iniziato alla Pontificia Università Sant’Anselmo il convegno di teologia su Certeau Dancing with the Absence con vari ospiti di grande prestigio a livello accademico internazionale. Si può ormai, pacificamente, affermare, che Certeau sia definitivamente approdato a Oriente – penso agli interventi di Vermander e di Watanabe – anche se non dimentichiamo mai lo storico convegno di Buchanan in Tasmania anni e anni fa. Distinzione tra linguaggio mistico e linguaggio teologico (Alvarez) – chiaro per gli specialisti ma non per i non addetti ai lavori -, il rapporto tra silenzio e parola e il senso del lavorare in silenzio, l’interesse focale di Certeau per la nascita, il sorgere della parola, il radicamento con la crisi storico-spirituale del XVII secolo (Freijomil), il lutto impossibile (Derrida) e il rapporto con l’idea di discepolato a partire dalla lettura di Luca 24 sui “pellegrini di Emmaus”. Mi è sembrato che oggi, dopo aver apparecchiato la tavola, si sia avviato un delizioso banchetto di cibi conosciuti con ricette rivisitate, quasi un “ripasso” che facesse da punto di partenza di un cammino che deve continuare nei prossimi giorni. Anche se il “ripasso” ci ha già portato lontano, a ricordare la metafora certiana dell’ “ascolto del mare”, emblema dell’ulteriorità divina.

Spero di ricevere altre impressioni e, volentieri di pubblicarle qui. In attesa degli sviluppi.

Edoardo C. Prandi