Pluralità, empowerment e infermieristica
Contributi di Michel de Certeau
Juan D. González-Sanz
Per tutti noi è evidente che il lascito intellettuale di Michel de Certeau è vivo e plurale. Settimanalmente una semplice notifica di Google ci pone davanti agli occhi decine di nuove pubblicazioni nelle quali vengono citate le sue opere. Dal mondo degli studi culturali a quello della teologia, Certeau è un punto di riferimento per centinaia di persone che si dedicano ovunque alla ricerca nell’ambito umanistico e sociale. La lettura che tutte loro fanno dell’opera di Certeau, e i modi diversi di interpretarla, rappresentano già una prima forma, molto importante, di praticare la pluralità.
Negli ultimi anni anche io sono stato uno di quei lettori plurali e da quell’interesse è nata una tesi di Dottorato in cui ho cercato di dimostrare cosa sarebbe stata la sua antropologia del credere a partire da una revisione di tutta l’opera. Al di là dei meriti che posso avere e che lascio a voi giudicare, credo che il mio lavoro sia utile per far conoscere Certeau in Spagna (dove la sua diffusione è sorprendentemente scarsa) con un approccio all’opera sistematico e non frammentario.
So perfettamente che oggi non dirò nulla su Certeau che non abbiate già sentito e sostenuto mille volte nei vostri lavori e nelle vostre conferenze. Eppure in questo momento, sebbene con estrema sintesi, desidero mostrarvi un nuovo percorso, poiché voglio condurre l’eredità certiana nell’ambito infermieristico scarsamente influenzato da questa. Impegnato professionalmente da quindici anni nel meraviglioso lavoro di assistenza e, nello specifico, nella maieutica e nelle sue cure perinatali, sono convinto che i contributi che l’opera di Michel de Certeau può apportare a riguardo siano enormi.
Desidero spiegarvi, in concreto, come l’idea dell’empowerment può essere concretamente utilizzata nel settore della cura infermieristica e nell’ambito perinatale.
Nel farlo bisogna partire da una seconda forma del praticare la pluralità che, a mio avviso, ha un interesse speciale. Di fatto Certeau ci invita a prendere coscienza della profondità spirituale dell’incontro con l’altro (“la relazione è lo spazio esistenziale”) e della necessità di non mascherare o nascondere la conflittualità legata a tale incontro. Praticare la pluralità, nella seconda accezione, significa accogliere con intensità la realtà dell’incontro con l’altro e non rifuggire il dolore che questo abbraccio genera.
“E non è un caso se tutta la loro cultura si elabora nei termini di rapporti conflittuali o competitivi fra i più forti e i meno forti, senza che alcun spazio, leggendario o rituale, possa interporsi assicurando una neutralità”.
La relazione con gli altri è, nel caso degli operatori sanitari professionali, molto più che un’alternativa dipendente dall’alto o dal basso livello di socializzazione del singolo individuo: è un’esigenza basilare di tale lavoro. E, nel concretizzare ogni giorno la precedente affermazione di Certeau, questa relazione diviene un campo minato di conflitti. Per quanto riguarda il processo riproduttivo e il momento del parto, la divergenza di interessi contrapposti (delle donne e delle famiglie, degli operatori sanitari professionali, delle istituzioni sanitarie etc.) è inesorabilmente presente.
Nel presente ambito ha senso parlare di empowerment, termine di origine anglosassone integrato dalla Real Academia de la Lengua Española con il significato di “rafforzare un individuo o un gruppo sociale svantaggiato”. Ultimamente il suo utilizzo nel campo della salute perinatale è aumentato in maniera esponenziale al fine di riconsiderare, migliorare e consolidare il ruolo delle donne come soggetti protagonisti di tutti i processi di cui fanno parte, specialmente quelli legati alla gravidanza, al parto, al puerperio e all’allattamento.
Inoltre, come ha affermato uno dei più grandi pensatori intellettuali di oggi:
“Esiste la storia del potere perché questo non è mai uno solo ma plurale. Non c’è altra forma di conoscenza del potere eccetto quella che descrive il modo in cui i poteri plurali lottano nella storia.”
In tal senso è necessario scrivere e raccontare la storia dei poteri che divergono ogni giorno nelle sale parto, nei reparti di maternità degli ospedali, nei consultori dei centri per la salute e in tutte quelle strutture in cui gli interessi corporativi o professionali si scontrano con i desideri e le esigenze di donne determinate e diverse. Immaginate quanto l’opera di Michel de Certeau può creare grandi possibilità a tutti coloro che cercano di aumentare l’empowerment delle donne e delle proprie famiglie nel processo riproduttivo e che lottano affinché diminuisca il potere degli operatori sanitari professionali, lasciando spazio ad altri poteri alternativi.
Da un lato, Certeau ci offre delle categorie per capire lo sviluppo dell’azione dell’anello più debole della catena: la donna. Dal mio punto di vista, L’invenzione del quotidiano, il testo più conosciuto e citato da Certeau (solo in Scopus si registrano più di 6000 citazioni della sua versione inglese) è, di per sé, un manuale di empowerment. Questo libro fornisce la struttura teorica che spiega le millenarie pratiche di resistenza delle donne contro l’apparato del controllo sociale in cui spesso si trasforma il sistema sanitario (specialmente nel ramo ostetrico-ginecologico).
Ad ogni modo, l’opera certiana è capace di offrire molto più che la contrapposizione tra tattiche e strategie. Passando da un estremo all’altro, Certeau può aiutare a trasformare il polo del conflitto relativo agli operatori sanitari professionali, influenti padroni della maternità, attraverso i suoi studi sul credere e sull’“energia motrice”. Quali convinzioni sostengono i comportamenti di denominazione in tanti operatori sanitari professionali dell’ostetricia? L’opera di Certeau comporta una chiara presa di coscienza sull’influenza che le convinzioni hanno nella nostra forma di decodificare il mondo e di relazionarci con gli altri al suo interno. È fondamentale farne uso per cogliere le convinzioni dei dominatori e cercare di cambiarle.
Del resto, oltre alle analisi delle tattiche e alla valorizzazione delle convinzioni che generano le pratiche, l’infermieristica deve ancora confrontarsi con il motto di Certeau che caratterizza questo congresso: praticare la pluralità. La sensibilità di Certeau nei riguardi della diversità è la chiave di accesso all’empoderamiento. Una delle sue opere a mio avviso più belle, Lo straniero o l’unione nella differenza, apre dinanzi a ogni maieutica il fiore della riconoscenza dell’alterità di tutti; un fiore che dovrebbe osservare e accarezzare senza fretta se vuole imparare a rispettare i desideri e le preferenze delle donne di cui si occupa.
Per concludere, spero che in questo breve intervento, come accaduto a me inspiegabilmente, abbiate preso coscienza del tesoro inestimabile che l’opera certiana rappresenta per l’infermieristica nell’ambito della salute perinatale. I grandi sforzi che verranno fatti nei prossimi anni per portarlo alla luce saranno utilissimi al fine di arricchire il corpo degli studi certiani e la riflessione infermieristica sull’empoderamiento. Mi auguro per noi che siamo chiamati a portare a termine tale compito, perché conosciamo e amiamo entrambi i mondi, di essere all’altezza di una sfida appassionante e non meno necessaria da compiere.
Ref:
- Michel de Certeau, Cristianesimo in frantumi, trad. it. S. Morra, Cantalupa (TO) 2010 (ed. or. 1974). Torna su
- Michel de Certeau, L’invenzione del quotidiano, Roma, Edizioni Lavoro, 201O (ed. or. 1990). Torna su
- Villacañas J.L., Historia del poder político en España. Barcelona: RBA, 2004. Torna su
- Michel de Certeau, L’invenzione del quotidiano, Roma, Edizioni Lavoro, 2010 (ed. or. 1990). Torna su
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